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L'OSPITE DELLA SETTIMANA: CARLO BORGIOLI - AMMINISTRATORE DI CASTELLO DI OLIVETO SOCIETÀ AGRICOLA S.P.A. DI CASTELFIORENTINO (FIRENZE)

in Personaggi - il 09 Maggio 2016

Una vasta proprietà dove si producono vini interessanti ed un pregiato olio extravergine, con al centro un castello oggetto per anni di studi e ricerche, fino a quando lo scorso autunno l'eccezionale conferma: il progetto del fortilizio porta la firma di Filippo Brunelleschi. Nella settimanale intervista del lunedì, il ritratto di un'azienda agricola speciale, condotta da una grande famiglia appassionata di prodotti di qualità e di bellezze artistiche. Castello di Oliveto è una realtà unica, composta da 1200 ettari, e dominata da una bellissima architettura progettata da uno dei più grandi geni che il mondo artistico abbia conosciuto. Come si è arrivati al riconoscimento ufficiale che questa fortezza porta la firma di Brunelleschi? Il percorso che ha portato il mondo scientifico a dichiarare questo castello opera dell'architetto fiorentino è stato lungo e travagliato, ed è iniziato quasi per caso, quando un appassionato di storia dell'arte residente a Milano, ma originario di queste zone, mi ha messo la pulce nell'orecchio: "Non sono un addetto ai lavori ma semplicemente un grande appassionato, e dal mio modesto punto di vista in quest'architettura vedo la mano di Brunelleschi, vi consiglierei di fare degli accertamenti". Il forestiero cresciuto tra queste colline, mi ha dato l'impressione di non essere per niente uno sprovveduto, così ho contattato l'università di Firenze. Il mondo accademico giustamente cauto nell'affrontare un tale potenziale scoop, come ha accolto la notizia?   In prima battuta si è molto interessato il professore Gabriele Morolli, docente ordinario di Storia dell'Architettura a Firenze (venuto a mancare nell'estate 2013, ndr), che fin dalle prime battute ha subito ipotizzato la mano di Brunelleschi. In seguito ha continuato le ricerche il professor Massimo Ricci, già docente dell'Università di Firenze ed esperto del Forum UNESCO "University and Heritage", il più grande studioso della Cupola di Santa Maria del Fiore nel mondo. Grazie a lui la ricerca su tutta una serie di dettagli, come la disposizione delle torri, la tipologia degli architravi, il terrazzo sostenuto da una mezza volta, ha avuto una velocizzazione ed ha portato l'illustre accademico a confermare quanto immaginato dal milanese originario della Valdelsa. Nel frattempo la produzione interna di vino e olio è continuata, affiancata dagli ettari dedicati a seminativo, con interessanti progetti per il futuro. Dopo questo importante riconoscimento, dal punto di vista della produzione cosa ci possiamo aspettare dal Castello di Oliveto? La qualità di quanto riusciamo a produrre è un tema al quale teniamo molto, ed anche per questo stiamo convertendo l'azienda verso il biologico, in modo che l'intera gamma dei nostri vini faccia un ulteriore salto di qualità: in totale abbiamo 15 etichette, per una produzione media che si aggira intorno alle 600.000 bottiglie annue, con alcuni supertuscan di grande pregio come il Paolo III ed il Leone X. Nomi scelti non casualmente, visto che questa stupenda architettura ha ospitato nella suo passato ospiti illustri, come Vittorio Emanuele III ed i suddetti papi, ed oggi si presta molto bene anche ad ospitare eventi.   Il castello dispone di ampi spazi, sia esterni che interni, e questo ci permette di organizzare molteplici attività: meeting aziendali, esclusive cene di gala, convegni, matrimoni, degustazioni di prodotti tipici. Perché questa architettura che tra 8 anni compirà gli 6 secoli di vita, è di una versatilità incredibile, proprio come incredibile lo è stato chi l'ha progettata.

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