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L'Ospite della Settimana: Roy Caceres - Executive Chef del ristorante stellato Metamorfosi di Roma

in Personaggi - il 22 Agosto 2016

Durante SPOON, il mensile appuntamento che si tiene presso il ristorante Borgo San Jacopo di Firenze, il resident chef stellato Peter Brunel crea intriganti menù insieme a grandi cuochi e rinomati giornalisti enogastronomici. L'evento di agosto ha visto alternarsi ai fornelli un estroso chef di origine colombiana, con una bellissima storia da raccontare, che ci ha sorpreso con... Grazie a questo tipo di eventi si ha la possibilità di apprezzare, nel cuore del centro storico di Firenze, una squadra di chef provenienti da percorsi diversi dedita a creare menù unici: è la contaminazione uno dei minimi comuni denominatori per crescere? Il confronto, l'essere aperti e curiosi, sono caratteristiche importanti che devono caratterizzare ogni chef, che per migliorarsi ha bisogno di relazionarsi fortemente con il mondo che lo circonda. Per questo ci tengo molto a ringraziare lo chef Peter Brunel e tutta la Lungarno Collection (www.lungarnocollection.com), per avermi dato la possibilità di portare la mia cucina in questa location unica, a due passi da Ponte Vecchio e con una vista mozzafiato dei lungarni. [caption id="attachment_10680" align="alignnone" width="850"]Roy Caceres 3 La squadra che ha organizzato l'evento SPOON di agosto. da sinistra: Lo chef stellato Salvatore Bianco del ristorante: "Il Comandante" di Napoli; il critico gastronomico ex direttore guida Michelin Fausto Arrighi; la pastry chef Loretta Fanella; il Patron di 'ino - panini gourmet Alessandro Frassica; il direttore dell'Hotel Lungarno Salvatore Longo; lo chef resident del ristorante "Borgo San Jacopo" Peter Brunel; la bloggher gourmet Anna Farina; lo chef del ristorante stellato "Metamorfosi" Roy Caceres[/caption] I suoi piatti sono difatti la quintessenza della contaminazione, tant'è che all'interno delle sue ricette si ritrovano le sue origini sudamericane, ma anche le eccellenze che caratterizzano il Bel Paese. Quello che cucino oggi è, finalmente, quello che sono. Ho sempre amato l'italianità sotto ogni punto di vista, ma ad un certo punto ho iniziato una riflessione sul mio cammino, ed ho sentito il bisogno di fondere gli ingredienti locali con alcuni prodotti provenienti dall'America Latina. E sono soddisfatto dei risultati ottenuti, della ricerca costante che mi porta ad aprirmi verso nuove ricette, ed orgoglioso di aver saputo tradurre le mie radici in piatti che trasmettono un percorso. Un percorso che parla di un autodidatta colombiano di nascita, con una grande passione per il basket, che trova la sua strada tra i fumi delle più importanti cucine italiane. Quando ho messo piede in Italia nel 1993 avevo sedici anni, e mi creda, non avrei mai immaginato di diventare cuoco. All'epoca vivevo esclusivamente per la pallacanestro, volevo solamente giocare e segnare più punti possibile, ma non essendo in regola con i documenti non mi potevo tesserare per nessuna squadra. Dovendomi così trovare un lavoro "serio" ho accettato di iniziare come lavapiatti a Cortina, ma mentre i miei amici andavano in discoteca durante la serata libera, io studiavo da piccolo cuoco per imparare le basi del mestiere. È stato in quel momento che ha capito che il suo futuro sarebbe stato in cucina? A dir la verità la piena consapevolezza è arrivata mentre lavoravo al ristorante del Pellicano di Porto Ercole: da quell'istante in poi non mi sono più voltato indietro, sono arrivate delle importanti gratificazioni, ed è stato un piacevole crescendo. Ottenuto grazie ad una formazione meticolosa, che va seguita con passione senza prendere scorciatoie, e che mi permette oggi concentrarmi sulla mia cucina. Una cucina vibrante, che deve trasmettere sensazioni, senza trascurare gusto ed estetica. [caption id="attachment_10684" align="alignnone" width="850"]gnocchi di seppia patate piselli gnocchi di seppia patate piselli[/caption]

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