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L'esperta Barbara Baudissard, Change Management Consultant, risponde alle nostre domande

in Personaggi - il 23 Marzo 2020

Abbiamo intervistato la Dottoressa Barbara Baudissard,  Imprenditrice e Change Management Consultant.

Punto di riferimento per molti plant diretti e di fornitori che si avvalgono della sua consulenza soprattutto come consulente strategico nelle azioni di Change organizzativo; ha seguito spesso in attività di coach CEO e CFO di multinazionali, Capi del personale e Direttori commerciali, Titolari di medie imprese.

Collabora con alcune riviste (YOU, Luxgallery, Milano Finanza), viene scelta fra le donne imprenditrici nel libro «Donne che sfidano la crisi».

Fatta propria la frase leonardiana “Il movimento è fonte di ogni vita”, progetta la sua consulenza quasi esclusivamente con modalità action learning. Da storica ama tutte le culture che in qualche modo possano con la loro filosofia arricchire la vita di ogni essere umano definendo il «fare» come elemento distintivo dei percorsi di crescita.

La dott.ssa Baudissard vive ricercando e proponendo costantemente nuove forme di formazione ed intervento.

Cara Barbara, secondo il suo punto di vista, come impatterà questo periodo sulle nostre vite?

Esiste al riguardo una sorta di spartiacque, fra coloro che stanno facendo importanti riflessioni sulla propria vita e sul reale significato del concetto di responsabilità, e coloro che non vedono l’ora finisca il periodo di quarantena per poter “consumare” i mesi non vissuti. L’essere umano reagisce in modo diverso di fronte a queste tragedie e più che mai si evidenziano le grandi differenze.

Un ritorno al concetto di etica universale da una parte e homo homini lupus dall’altra. Da quale parte stare ora è la vera domanda da porsi.

 

Secondo lei, una volta che l'emergenza sarà rientrata, che cosa cambierà maggiormente?

Cambierà il senso di caducità della vita, cambierà la consapevolezza che non siamo immortali e che soprattutto non siamo padroni del nostro destino. Fino a ieri la nostra generazione si credeva la padrona del mondo; forse da domani inizieremo a renderci conto che siamo ospiti in questo mondo e che come tale dobbiamo comportarci. Rispettare le regole della casa che ci ospita, non romperne gli equilibri: la Terra non è nostra esclusiva. Guardate le meravigliose foto della natura che si sta riprendendo degli spazi: delfini, balene, anatre, mucche… la cosa che mi ha colpito di più è la loro eleganza, il loro rispetto per lo spazio che attraversano… molto diverse dalle foto del nostro stare all’interno degli stessi spazi.


Ha in mente qualche consiglio su come gestire al meglio il nostro tempo, adesso che ne abbiamo tanto a disposizione?

Il tempo è un valore e come tale va trattato, è necessario che anche la nostra respirazione accompagni questo nuovo ritmo; è necessario che il nostro fare sia rallentato. Esiste un movimento Hygge nato in nord Europa che si sposa benissimo con questa nuova situazione. Il movimento nasce in contrapposizione al fare eccessivamente velocizzato e stressogeno della società odierna: Norvegia e Svezia stavano già riflettendo su un miglioramento del bilanciamento tra vita lavorativa e privata. I manuale che parlano di Hygge in questo momento possono essere una valida risorsa.



Le chiediamo, vista la sua grande esperienza, qualche indicazione per poter migliorare il nostro lavoro in qualità di ente formativo, riadattandolo al meglio una volta che tutto sarà ripartito.

E’ sempre più importante che accanto alle competenze specifiche di settore e alle conoscenze legate chiaramente alle professioni che proponete, vi facciate anche promotori di un accompagnamento più ampio, legato alla crescita della persona professionista nella sua totalità. Supportarli a gestire lo stress, ad essere portatori di valore, a saper esprimere al meglio le proprie competenze, all’essere portatori di un comportamento virtuoso. Scuola Tessieri come luogo all’interno del quale si formano presone e non solo professionisti



Quali consigli si sente di rivolgere, per poter far fruttare al meglio questo periodo di stallo forzato, al fine di individuare gli aspetti in cui potremmo migliorarci?

In questo momento potrebbe essere interessante chiedere alle persone che hanno seguito la formazione da voi cosa vorrebbero come step successivi: mettere in campo una sorta di analisi dei bisogni legata però a delle macrocategorie fra cui far scegliere loro per poi andare nello specifico una volta individuata la categoria principe. Potrebbe essere interessante attivare un canale di dialogo con le persone che hanno frequentato la scuola: una sorta di gruppo dove ci si scambi impressioni, esperienze e consigli. Il mondo digitale ci aiuta molto e in questo momento anche la Regione Toscana dovrebbe supportare le aziende che vogliano digitalizzare e sperimentare nuovi strumenti di dialogo.

Una sorta di mentoring all’interno del quale i “vecchi” del mestiere supportano i giovani in un circolo virtuoso che si autoalimenta con sistema di reputation (ad esempio linkedin).

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